lunedì 29 dicembre 2008

Milano presenta Original Toyz

Orignal Toyz è un evento espositivo che arricchisce la rassegna di street art proposta da Arte Due Gallery di Matteo Chigorno, TDK Art D-Vision e Associazione Italiana Writers per il 2008-2009. Una collettiva di dodici artisti provenienti dalla street art, invitati a creare toys come sculture inedite, pezzi unici.

Toyz coloratissimi, realizzati con i materiali più diversi, firmati dall’ineguagliabile stile che caratterizza ogni artista divengono così vere e proprie opere d’arte.
Original Toyz propone lavori creati ex-novo in quanto i dodici artisti invitati hanno avuto carta bianca e ognuno di loro ha potuto realizzare il proprio, personalissimo, toyz partendo da zero e utilizzando appieno la propria potenza creativa.
Oggetti d’arte e di design che interessano giovani e meno giovani, i Toys hanno conosciuto una rapida diffusione dalla Cina al Giappone, dagli Stati Uniti all’Inghilterra, dalla Germania all’Italia. Con il “Designer Toy Movement”, alla fine degli anni novanta alcuni artisti diedero vita agli “art toys”, che nel loro design attingono ad un repertorio artistico che va dalla cultura pop all’arte di strada e al fumetto.
Original Toyz si caratterizza quindi come una mostra in cui, insieme ai colori brillanti e alle forme ludiche, la creatività e la curiosità sono elementi costanti.
La mostra sarà aperta al pubblico dal 13 novembre al 12 dicembre presso Arte Due Gallery


Informazioni:
Arte Due Gallery di Matteo Chigorno
Via Gian Antonio Boltraffio 12 Milano
Tel: 02 92872977
chigorno@spazioartedue.com


Il punto tipografico

Il punto tipografico è una famiglia di unità di misura usata in ambito tipografico per definire la dimensione dei caratteri di stampa e la dimensione dell’interlinea.

L’esigenza di poter utilizzare nella stessa macchina da stampa caratteri di diversi produttori portò molti tipografici a escogitare soluzioni simili. Il punto tipografico ha quindi assunto varie misure a seconda delle epoche e dei luoghi, che la diffusione dell’editoria elettronica ha fatto convergere nel punto tipografico PostScript di 1/72 di pollice, pari a 0,35277 mm, indicato con la sigla pt.

La prima definizione di punto tipografico si deve al tipografo francese Pierre Simon Fournier, che nel 1737 pubblicò un libro intitolato “Tables des Proportions qu’il faut observer entre les caractères” in cui annunciava l’introduzione del sistema tipografico a punti, seguito l’anno successivo da un libro stampato con i campioni dei nuovi caratteri. Il punto Fournier corrispondeva a 1/12 di cicero, pari a 0,34882 mm.

Il punto Didot, introdotto nel XVIII secolo dal parigino François-Ambroise Didot corrisponde a 1/72 del pollice reale francese. Con la definizione del metro, nel 1799 il punto Didot venne ridefinito come 125/332472 di metro, pari a 0,3759715104 mm.

Il punto Berthold è frutto del tentativo che il tedesco Hermann Berthold fece nel 1879 di adattare il punto Didot al sistema metrico. Il punto Berthold corrisponde a 1/2660 di metro, pari a 0,37593 mm. Fu largamente adottato in Germania, Russia e nell’Europa dell’est.

Il punto Didot tedesco è un’altra standardizzazione metrica del punto Didot, definita nel 1954 pari a 0,376065 mm.
Fino al XX secolo, questa è stata l’unità di misura tipografica più diffusa nell’Europa occidentale.

Negli Stati Uniti si diffuse il punto tipografico Americano, definito inizialmente nel 1879 dal produttore di macchine da stampa Nelson C. Hawks come base del Sistema Americano di tipi carattetere interscambiabili e pari a 0,0138 pollici o 0,35145 mm. Nel 1886, nella convention di Saratoga, l’associazione americana di fonditori di caratteri adottò ufficialmente il punto di Hawks come standard nazionale. La diffusione fu così rapida che già nel 1892 la produzione di corpi carattere non standard era già cessata.

Il punto PostScript, ora predominante, è stato definito da John Warnock e Charles Geschke della Adobe, inventori del PostScript.

Le unità di misura tipografiche prevedono anche un multiplo del punto denominato pica e pari a 12 punti.

Nuova immagine per i distributori API IP

Nuovo look per il Gruppo API IP, il secondo operatore petrolifero del Paese per numero di punti vendita ed il terzo per erogato.

Per rappresentare visivamente questa unione il gruppo ha affidato a Lorien Consulting, società di ricerca del gruppo WPP, lo studio qualitativo e quantitativo per l’identificazione ed il gradimento da parte dei clienti attuali e potenziali della nuova identità e a Landor Associates, una delle più conosciute società a livello mondiale nel campo del branding, la realizzazione del nuovo logo.
Il risultato è in grado di riassumere e far risaltare i valori che caratterizzano i due marchi: italianità, fiducia, vicinanza, leadership, energia, dinamismo e tradizione rinnovata.


Il processo di studio del nuovo marchio ha portato alla scelta per tutti i punti di vendita api IP di “Gruppo api” come identificazione del valore di impresa e di “IP” come marchio commerciale. La scintilla che campeggia su IP, le lettere leggermente inclinate e l’arancione brillante della scritta, trasmettono dinamismo ed energia, mentre il colore azzurro, scelto come base del logo, contribuisce a sottolineare l’italianità del Gruppo.
Il concetto di italianità non è solo richiamato dal colore della maglia della nostra Nazionale di calcio, di cui IP Gruppo api sarà partner ufficiale per il triennio 2008-2010, ma anche dalla scintilla tricolore posta sulla “i” di api.




Perfetto rapporto fra tradizione e innovazione, il nuovo logo “IP Gruppo api” risulta da un lato immediatamente riconoscibile, esprimendo consuetudine e notorietà, dall’altro si fa portatore di nuova energia, di dinamismo e di mobilità.


Il nuovo marchio sarà adottato in tutti i punti vendita del Gruppo. Il cambio di look dei punti vendita inizierà a fine 2008 e durerà circa tre anni, durante i quali tutte le stazioni di servizio attualmente a marchio api ed IP saranno vestite con i nuovi colori.


domenica 21 dicembre 2008

Bigliettini da visita fantasiosi

Una raccolta di bigliettini da visita più originali e stravaganti. Dentisti, dottori, designer e tanti altri ambiti, tutti con una caratteristica in comune: la memorabilità.


Un piccolo pezzettino di carta può significare tanto, può lasciare un ricordo, può far vivere un’emozione, può divertire ma, in alcuni casi, può anche passare totalmente inosservato e finire nel cestino dei rifiuti. Vediamo assieme una carrellata di bigliettini che senza dubbio lasceranno il segno e divertiranno. Spunti originali sui quali riflettere.

Bigliettini commestibili, con impronte di denti, gonfiabili, allungabili, con filo interdentale compreso, 3D, morbidi, a forma di cartina stradale, grattabili, divisibili o che fioriscono sulla scrivania…



Le idee sono tantissime e tutte originali. Ecco un piccolo collage dei più simpatici:





Vespa, la storia più bella del design italiano

Vespa Piaggio, il mito che non tramonta mai. Un prodotto che ha rivoluzionato l’Italia degli anni ‘50, i modi di vivere e di pensare i traporti.


Nacque dal rapporto sinergico tra Enrico Piaggio e Corradino D’Ascanio, un ingegnere aeronautico nonchè geniale inventore, quando in Italia si rimuovevano ancora le macerie della guerra e la benzina arrivava di tanto in tanto dall’America ed era razionata come il pane e le sigarette. Fu proprio in quel periodo che D’ascanio e Piaggio decisero di far muovere l’Italia su due ruote e mai intuizione è stata così vincente!


Il successo della Vespa fu un boom da tutti i punti di vista. Finanche il cinema subì il suo tremendo fascino, basti pensare ad alcuni film come “Vacanze Romane“, “American Graffiti“, “Il talento di MR.Reply“, “La carica dei 101” o “Caro Diario” (solo per citarne alcuni).


La Vespa, l’”orgoglio della modestia” italiana, con il suo design morbido e sinuoso ha in poco tempo invaso il mercato nazionale battendo sui numeri e sul consenso del pubblico la “rivale” Lambretta di Cesare Pallavicino (quella dell’Italia più snob del “lusso necessario“) dal design più schematico e discontinuo rispetto allo scooter disegnato da D’Ascanio, del quale lo stesso Enrico Piaggio disse


Sembra una vespa con quel sedere a bulbo!”


Quella che da molti veniva considerato un “trabiccolo” destinato a durare pochi anni, ben presto entrò nel cuore di tutti gli italiani. Il buon umore italiano ritornava il sella, con una nuova possibilità di liberarsi dalla routine e dalle giornate ripetitive; il mezzo per non iniziare la giornata di lavoro con l’umiliazione del treno operaio o del tram che ti passa avanti completo.


Era anche il principio di un nuovo rapporto tra i due sessi: alcuni giornalisti hanno scritto:


trovi un pezzo di strada sconnessa e la ragazza ti si stringe addosso per un senso si conservazione. Uno spasso

Ma la Vespa rappresentò molto di più, fu anche una molla per l’emancipazione della donna per sganciarsi dagli schemi casa-e-bottega.


La never ending story della Vespa, una storia che non ha visto crisi, 62anni di vita, 145 modelli e più di 17milioni di pezzi venduti in tutto il mondo!! Se c’è un mezzo a due ruote capace di stabilire record su record quello è senz’altro la Vespa.



"Le mode cambiano ma la Vespa è per sempre"



giovedì 11 dicembre 2008

Caratteristiche di un logo

Deve riflettere le caratteristiche e la natura dell'azienda o del prodotto che rappresenta.
In questo senso il logo non deve essere ingannevole, e neppure portare a pensare ad un prodotto diverso da quello su cui si sta lavorando.

Deve essere originale.
Un buon logo, per affermarsi sul mercato, deve essere diverso da tutti gli altri, facilmente riconoscibile ed identificabile con l'azienda o il prodotto che rappresenta.

Deve essere compatto.
Il logo rappresenta la sintesi estrema dell'azienda.

Deve essere adattabile.
Un logo deve potersi stampare nei formati più disparati, dai più piccoli (biglietti da visita e gadget) ai più grandi (striscioni e manifesti) senza perdere leggibilità; e deve anche rimanere riconoscibile sui supporti più disparati, che possono andare dalla plastica di una borsina al monitor di un pc (siti web). Un logo, inoltre, non deve perdere di immediatezza nemmeno quando stampato in bianco e nero.


Che strumenti utilizzare?

Consigliabile è l'uso di un programma vettoriale per un fatto di adattabilità scalare



1. Contrasto di peso: 'Gecko' e 'Kids' sono scritti con lo stesso corpo ma con due pesi diversi; uno è un Kabel ultra, l'altro è sempre Kabel ma in versione book.

2. Contrasto di font: questo si ottiene usando due font molto differenti, appartenenti addirittura a due diverse famiglie di font (sans-serif e script)

3. Contrasto di colore: Stesso font e stesso peso, ma in questo caso ho usato colori differenti per la parola 'gecko' e la parola 'kids'

4.
Contrasto di dimensione: Stesso font e stesso peso, ma dimensioni diverse del carattere.

5.
Contrasto Positivo/negativo: Una parte è scritta nero su bianco, mentre l'altra, tramite un rettangolo nero di sfondo, è in negativo (bianco su nero).
Questi sono solo alcuni degli esempi possibili; potete ovviamente usare più di un tipo di contrasto contemporaneamente (ad esempio contrasto di colore e font insieme), ricordando in ogni caso di contrapporre le parti in modo deciso: un contrasto debole crea conflitto, dove sarebbe invece necessario attirare l'attenzione e valorizzare le due parti.

Le 45 regole per creare un logo

1. Non utilizzare più di tre colori.
2. Elimina tutto ciò che non è assolutamente necessario.
3. I caratteri devono essere di facile lettura, anche per tua nonna.
4. Il logo deve essere riconoscibile immediatamente.
5. Il design deve essere unico.
6. Ignora completamente ciò che i tuoi genitori o moglie pensano sul design.
7. Il logo deve "convincere" più di tre persone.
8. Non utilizzare elementi di loghi famosi e poi dire che si tratta di un lavoro originale.
9. Non usare una clip-art in alcun caso.
10. Il logo deve essere riconoscibile in bianco e nero.
11. Il logo deve essere riconoscibile quando è invertito.
12. Il logo deve essere riconoscibile quando è scalato.
13. Se il logo contiene un simbolo o icona, gli elementi (testo e segno) devono essere disposti in modo che si completino a vicenda.
14. Evitare mode nella progettazione logo. Un buon design non teme il passare del tempo.
15. Non abusare di effetti speciali quali gradienti, ombre, riflessi, raggi di luce, motivi floreali, e così via.
16. Il logo deve essere inscrivibile all'interno di una forma definita (quadrato, cerchio). Evitare che l'ipotetico "contenitore" sia una forma indefinita.
17. Evitare dettagli intricati e complessi.
18. Progettare il logo considerando le diverse applicazioni, le diverse forme e i diversi luoghi in cui verrà utilizzato.
19. Il logo deve suscitare sensazioni di forza e fiducia, non di noia e debolezza.
20. Rassegnarsi al fatto che non si potrà creare il logo perfetto.
21. Il logo avrà segni forti per concetti forti e segni morbidi per concetti morbidi.
22. Il logo deve essere coerente con ciò che rappresenta.
23. Una fotografia non potrà essere un logo.
24. Il logo deve stupire i clienti
25. Non utilizzare più di due font.
26. Ogni elemento del logo deve essere allineato.
27. Il logo deve apparire completo, evitare ogni elemento che lo faccia sembrare incompiuto.
28. Conoscere il fruitore del logo prima del brainstorming.
29. Il logo deve essere funzionale non innovativo.
30. Se il naming della marca è memorabile, questo è il logo.
31. Il logo deve essere riconosciuto anche quando è speculare.
32. Anche le grandi aziende hanno bisogno di loghi piccoli.
33. Il logo deve piacere ai clienti del committente, non solo al committente.
34. Il logo deve avere le sua declinazione. Più sono gli utilizzi previsti più sarà efficace nel suo utilizzo.
35. Il logo deve rimanere coerente su diverse piattaforme.
36. Il logo deve essere facile da descrivere.
37. Non usare frasi all'interno del logo promozionale.
38. Disegna il logo con matita e carta prima di lavorare sul computer.
39. Il logo deve essere semplice.
40. Il logo non deve (più) contenere gli Swoosh o il mondo (globo, cartina, planisfero).
41. Il logo non deve distrarre.
42. Il logo deve avere una rappresentazione onesta
43. Il logo dovrebbe avere un equilibrio visivo.
44. Evitare i super-colori vivaci, colori al neon o colori senza vigore.
45. Il logo non deve rompere tutte le regole di cui sopra a meno che non si sappia cosa si sta facendo.

Viscom Italia 2008

Viscom Italia 2008 la più grande fiera europea della comunicazione visiva, si prepara con un numero record di espositori per festeggiare i “20 anni Sign Italia”.
La Viscom è l’unica fiera che ogni anno raccoglie tutti i mercati che offrono mezzi innovativi ed emotivi per la comunicazione visiva: stampa & imaging digitale grande formato, articoli promozionali, cartellonistica ed insegnistica, digital signage/digital communication, serigrafia e tampografia, abbigliamento promozionale, incisione e premiazione, punto vendita e servizi per la realizzazione di eventi, che sotto il comune denominatore “viscom/visual communication “rappresenta il meeting point annuale sia per i creatori che per i realizzatori della comunicazione visiva.


Viscom Visual Communication è un’esperienza esclusiva di apprendimento e trasformazione dedicata alla communication community per fronteggiare le opportunità e le sfide di oggi, in cui gli elementi distintivi sono alla base di un successo. Un incontro annuale creato da Reed Exhibitions Italia in collaborazione con un team di massimi esperti per crescere insieme attraverso seminari / workshop e convegni dedicati alle nuove tecnologie, communication trends e strategie di marketing.

Ogni anno 2.000 professionisti si danno appuntamento in occasione di Viscom per incontrare gli esperti della comunicazione visiva.


Il Visual Communication Forum 2008 si articolerà in 3 sezioni:

Conferenze dedicate al marketing, marketing research e imprenditorialità.
Il tema portante del Forum sarà “Quali strategie applicare dopo il trademark e il brand”, ovvero come suscitare un amore incondizionato per un prodotto, in aggiunta alla domanda: “Come predisporre l’email marketing e “Dobbiamo temere il digital signage?”


Seminari tecnici

Gli ormai indiscussi e collaudati seminari tecnici, parte integrante della Viscom, quest’anno toccheranno argomenti di grande interesse. Il visitatore può ascoltare l’intervento e applicare le conoscenze acquisite al suo ritorno in azienda, poiché il relatore dimostrerà quanto spiegato effettuando “prove tecniche” direttamente con la sua macchina all’interno del seminario. Uno dei temi più attuali è ad esempio la calibrazione del colore.


Sezione “tocca con mano”, come condividere un’esperienza

La novità del 2008 consiste in questa sezione dove si assiste alla produzione di una specifica applicazione o soluzione, in cui si parte dal livello zero al prodotto finito, un vero e proprio laboratorio dove l’istinto, il coraggio e la creatività diventano ingredienti del successo.

La teoria della Gestalt nella grafica

La psicologia della Gestalt rifiuta di suddividere l’esperienza umana nelle sue componenti elementari e tende a considerare l’interezza più che le singole componenti.
Quello che noi sentiamo è il risultato di una precisa organizzazione. I medesimi principi di organizzazione guidano anche i nostri processi di pensiero. Quindi la percezione non è preceduta dalla sensazione ma è piuttosto un processo immediato, non influenzato dalle passate esperienze e deriva da una combinazione organizzata delle diverse componenti di uno stimolo.

I principali fattori che determinano il raggruppamento percettivo, e la composizione di elementi in interi, che rappresentano i principi alla base della teoria della Gestalt si raggruppano in:


IL RAPPORTO TRA FIGURA E SFONDO
Ci permette di “leggere” l’immagine, attraverso la separazione della figura dallo sfondo. Gli elementi simili sono contrastati da elementi dissimili, dando insieme l’impressione di intero.

CHIUSURA
Il nostro occhio tende a completare gli spazi vuoti e le forme non
chiuse. Noi tendiamo a vedere le immagini complete persino quando una parte dell’informazione è mancante.

CONTINUAZIONE
L’organizzazione della percezione porta lo sguardo a proseguire lungo e oltre una linea retta o una curva.

PROSSIMITA
Il raggruppamento percettivo è favorito dalla vicinanza tra loro delle parti. Tendiamo a identificare come gruppi elementi vicini tra loro. Questa legge è da tenere in considerazione quando l’immagine gioca un ruolo importante nell’abilità di interpretare il messaggio che si nasconde dietro.

SOMIGLIANZA
Elementi visivi simili verranno raggruppati sulla base della forma, della grandezza, del colore o della direzione.

COMUNE DESTINO
Quando gli oggetti si muovono nella stessa direzione, tendono ad essere percepiti come una entità unica.

PARALLELISMO
Linee parallele tendono ad essere raggruppate assieme.

REGIONE COMUNE
Figure che si posizionano all’interno di una stessa regione chiusa tendono ad essere percepite insieme.

SIMMETRIA
Questo principio descrive l’istanza nella quale si percepisce l’intero di una figura rispetto alla percezione delle parti singole che la costituiscono.


Giacomo Devoto, dava questa definizione della teoria:

Ogni percezione si presenta all’esperienza come un tutto unico, una struttura definitiva avente una sua “forma” individuale, che è impossibile comprendere attraverso una sua scomposizione in una serie di elementi giustapposti.


In conclusione, secondo i gestaltisti: gli oggetti si presentano quali forme o totalità a sé stanti la cui organizzazione in unità è dovuta a diverse condizioni che ne regolano dinamicamente la formazione.

martedì 2 dicembre 2008