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venerdì 2 gennaio 2009

Dal 1958: quando arte e gola si fondono

Con più di 40 gusti tutti diversi e coloratissimi i lecca-lecca più famosi del mondo, sono stati provati da grandi e piccini, almeno una volta nella vita, ne hanno sicuramente assaporato uno.

Anche se molti li credono americani, i chupa-chups sono spagnoli al 100% ( dal verbo spagnolo chupar: succhiare). Vennero ideati da Enric Bernat Fontladosa, proprietario di una piccola azienda dolciaria, il quale mise una caramella tonda su uno stecchino in modo che i bimbi non si impiastricciassero mentre la mangiavano e, soprattutto, non la ingoiassero.


E così grazie a questa semplice, ma geniale trovata, nasceva il chupa chup, il più famoso dei lecca lecca, oggi esportato in ben 170 paesi, apprezzato per l’irresistibile varietà dei suoi gusti ed immediatamente riconoscibile grazie ad un inconfondibile marchio. Quella margherita gialla e rossa tanto familiare nell’immaginario comune quanto importante da un punto di vista artistico.


Già perché Enric Bernat, per rendere più appetibili i suoi chupa chups sul mercato internazionale, nel 1969 chiese aiuto a Salvador Dalì. Il geniale pittore surrealista, divertito dall’idea, in meno di un’ora scarabocchiò su un pezzo di carta da giornale il logo così come lo vediamo ancora oggi: una bella margherita simbolo dell’età giovane.


Lufthansa: food design

Dietro il famoso marchio della compagnia aerea si nasconde un interessante progetto di food design; un’immagine coordinata che prende il volo, verso un settore in ascesa, trasformandosi in uno stilizzato ed elegante set di posate.


Il progetto per la Lufthansa è stato realizzato dalla desiger Anne Lorenz, ed presenta delle posate che sapentemente accoppiate riproducono il marchio della liea aerea (un airone), e che, all’occorrenza, si utilizzano per consumare un pasto aereo veloce e particolare.


Assolutamente originale ed in linea con l’immagine coordinata della linea aerea. Un progetto che a breve copieranno tutti perchè geniale.


Lufthansa food-design

giovedì 11 dicembre 2008

Caratteristiche di un logo

Deve riflettere le caratteristiche e la natura dell'azienda o del prodotto che rappresenta.
In questo senso il logo non deve essere ingannevole, e neppure portare a pensare ad un prodotto diverso da quello su cui si sta lavorando.

Deve essere originale.
Un buon logo, per affermarsi sul mercato, deve essere diverso da tutti gli altri, facilmente riconoscibile ed identificabile con l'azienda o il prodotto che rappresenta.

Deve essere compatto.
Il logo rappresenta la sintesi estrema dell'azienda.

Deve essere adattabile.
Un logo deve potersi stampare nei formati più disparati, dai più piccoli (biglietti da visita e gadget) ai più grandi (striscioni e manifesti) senza perdere leggibilità; e deve anche rimanere riconoscibile sui supporti più disparati, che possono andare dalla plastica di una borsina al monitor di un pc (siti web). Un logo, inoltre, non deve perdere di immediatezza nemmeno quando stampato in bianco e nero.


Che strumenti utilizzare?

Consigliabile è l'uso di un programma vettoriale per un fatto di adattabilità scalare



1. Contrasto di peso: 'Gecko' e 'Kids' sono scritti con lo stesso corpo ma con due pesi diversi; uno è un Kabel ultra, l'altro è sempre Kabel ma in versione book.

2. Contrasto di font: questo si ottiene usando due font molto differenti, appartenenti addirittura a due diverse famiglie di font (sans-serif e script)

3. Contrasto di colore: Stesso font e stesso peso, ma in questo caso ho usato colori differenti per la parola 'gecko' e la parola 'kids'

4.
Contrasto di dimensione: Stesso font e stesso peso, ma dimensioni diverse del carattere.

5.
Contrasto Positivo/negativo: Una parte è scritta nero su bianco, mentre l'altra, tramite un rettangolo nero di sfondo, è in negativo (bianco su nero).
Questi sono solo alcuni degli esempi possibili; potete ovviamente usare più di un tipo di contrasto contemporaneamente (ad esempio contrasto di colore e font insieme), ricordando in ogni caso di contrapporre le parti in modo deciso: un contrasto debole crea conflitto, dove sarebbe invece necessario attirare l'attenzione e valorizzare le due parti.

Le 45 regole per creare un logo

1. Non utilizzare più di tre colori.
2. Elimina tutto ciò che non è assolutamente necessario.
3. I caratteri devono essere di facile lettura, anche per tua nonna.
4. Il logo deve essere riconoscibile immediatamente.
5. Il design deve essere unico.
6. Ignora completamente ciò che i tuoi genitori o moglie pensano sul design.
7. Il logo deve "convincere" più di tre persone.
8. Non utilizzare elementi di loghi famosi e poi dire che si tratta di un lavoro originale.
9. Non usare una clip-art in alcun caso.
10. Il logo deve essere riconoscibile in bianco e nero.
11. Il logo deve essere riconoscibile quando è invertito.
12. Il logo deve essere riconoscibile quando è scalato.
13. Se il logo contiene un simbolo o icona, gli elementi (testo e segno) devono essere disposti in modo che si completino a vicenda.
14. Evitare mode nella progettazione logo. Un buon design non teme il passare del tempo.
15. Non abusare di effetti speciali quali gradienti, ombre, riflessi, raggi di luce, motivi floreali, e così via.
16. Il logo deve essere inscrivibile all'interno di una forma definita (quadrato, cerchio). Evitare che l'ipotetico "contenitore" sia una forma indefinita.
17. Evitare dettagli intricati e complessi.
18. Progettare il logo considerando le diverse applicazioni, le diverse forme e i diversi luoghi in cui verrà utilizzato.
19. Il logo deve suscitare sensazioni di forza e fiducia, non di noia e debolezza.
20. Rassegnarsi al fatto che non si potrà creare il logo perfetto.
21. Il logo avrà segni forti per concetti forti e segni morbidi per concetti morbidi.
22. Il logo deve essere coerente con ciò che rappresenta.
23. Una fotografia non potrà essere un logo.
24. Il logo deve stupire i clienti
25. Non utilizzare più di due font.
26. Ogni elemento del logo deve essere allineato.
27. Il logo deve apparire completo, evitare ogni elemento che lo faccia sembrare incompiuto.
28. Conoscere il fruitore del logo prima del brainstorming.
29. Il logo deve essere funzionale non innovativo.
30. Se il naming della marca è memorabile, questo è il logo.
31. Il logo deve essere riconosciuto anche quando è speculare.
32. Anche le grandi aziende hanno bisogno di loghi piccoli.
33. Il logo deve piacere ai clienti del committente, non solo al committente.
34. Il logo deve avere le sua declinazione. Più sono gli utilizzi previsti più sarà efficace nel suo utilizzo.
35. Il logo deve rimanere coerente su diverse piattaforme.
36. Il logo deve essere facile da descrivere.
37. Non usare frasi all'interno del logo promozionale.
38. Disegna il logo con matita e carta prima di lavorare sul computer.
39. Il logo deve essere semplice.
40. Il logo non deve (più) contenere gli Swoosh o il mondo (globo, cartina, planisfero).
41. Il logo non deve distrarre.
42. Il logo deve avere una rappresentazione onesta
43. Il logo dovrebbe avere un equilibrio visivo.
44. Evitare i super-colori vivaci, colori al neon o colori senza vigore.
45. Il logo non deve rompere tutte le regole di cui sopra a meno che non si sappia cosa si sta facendo.

La teoria della Gestalt nella grafica

La psicologia della Gestalt rifiuta di suddividere l’esperienza umana nelle sue componenti elementari e tende a considerare l’interezza più che le singole componenti.
Quello che noi sentiamo è il risultato di una precisa organizzazione. I medesimi principi di organizzazione guidano anche i nostri processi di pensiero. Quindi la percezione non è preceduta dalla sensazione ma è piuttosto un processo immediato, non influenzato dalle passate esperienze e deriva da una combinazione organizzata delle diverse componenti di uno stimolo.

I principali fattori che determinano il raggruppamento percettivo, e la composizione di elementi in interi, che rappresentano i principi alla base della teoria della Gestalt si raggruppano in:


IL RAPPORTO TRA FIGURA E SFONDO
Ci permette di “leggere” l’immagine, attraverso la separazione della figura dallo sfondo. Gli elementi simili sono contrastati da elementi dissimili, dando insieme l’impressione di intero.

CHIUSURA
Il nostro occhio tende a completare gli spazi vuoti e le forme non
chiuse. Noi tendiamo a vedere le immagini complete persino quando una parte dell’informazione è mancante.

CONTINUAZIONE
L’organizzazione della percezione porta lo sguardo a proseguire lungo e oltre una linea retta o una curva.

PROSSIMITA
Il raggruppamento percettivo è favorito dalla vicinanza tra loro delle parti. Tendiamo a identificare come gruppi elementi vicini tra loro. Questa legge è da tenere in considerazione quando l’immagine gioca un ruolo importante nell’abilità di interpretare il messaggio che si nasconde dietro.

SOMIGLIANZA
Elementi visivi simili verranno raggruppati sulla base della forma, della grandezza, del colore o della direzione.

COMUNE DESTINO
Quando gli oggetti si muovono nella stessa direzione, tendono ad essere percepiti come una entità unica.

PARALLELISMO
Linee parallele tendono ad essere raggruppate assieme.

REGIONE COMUNE
Figure che si posizionano all’interno di una stessa regione chiusa tendono ad essere percepite insieme.

SIMMETRIA
Questo principio descrive l’istanza nella quale si percepisce l’intero di una figura rispetto alla percezione delle parti singole che la costituiscono.


Giacomo Devoto, dava questa definizione della teoria:

Ogni percezione si presenta all’esperienza come un tutto unico, una struttura definitiva avente una sua “forma” individuale, che è impossibile comprendere attraverso una sua scomposizione in una serie di elementi giustapposti.


In conclusione, secondo i gestaltisti: gli oggetti si presentano quali forme o totalità a sé stanti la cui organizzazione in unità è dovuta a diverse condizioni che ne regolano dinamicamente la formazione.